L’insulino resistenza è una patologia poco conosciuta, passata alla ribalta ultimamente grazie all’outing di Valentina Ferragni che ha comunicato, in via pubblica sul suo canale Instagram, di esserne affetta. Nonostante non sia una patologia nota ai più, l’insulino resistenza è la causa di numerosi disturbi che impattano in maniera negativa il benessere delle persone che ne soffrono. Tra questi, ricordiamo il diabete di tipo 2, la sindrome dell’ovaio policistico e conseguente infertilità, sovrappeso e obesità, alopecia, irsutismo, virilizzazione nelle donne, acne, solo per citarne alcuni.
Insulino resistenza: cos’è
Si può parlare di insulino resistenza quando, in un individuo, le cellule diminuiscono la propria sensibilità all’azione dell’insulina. Di conseguenza, l’azione dell’insulina nella regolazione dei livelli di zucchero nel sangue (glicemia) risulta ridotta rispetto ai valori normali. Come effetto di questo squilibrio, si viene a generare una condizione di iperinsulinemia compensatoria: ovvero le cellule non internalizzano il glucosio perché non rispondono più all’insulina, e così l’organismo secerne ulteriormente insulina cercando di abbassare la glicemia.
Occorre ricordare che l’insulina è un ormone determinante per lo scambio di glucosio tra il sangue e le cellule, impedendo una concentrazione di zuccheri nel sangue troppo alta e dunque dannosa per l’individuo (iperglicemia).
Se nelle fasi iniziali questa compensazione è in grado di mantenere i livelli di glucosio nel sangue normali, con il passare del tempo le cellule del pancreas deputate alla produzione di insulina non riescono più ad adeguarsi: il risultato che ne consegue è un aumento della glicemia post prandiale (la glicemia postprandiale misura i livelli di glucosio nel sangue 2 ore dopo un pasto ricco di carboidrati).
Nella fase conclamata di resistenza all’insulina, l’ulteriore riduzione della concentrazione di insulina nel sangue – derivante dall’esaurimento delle beta-cellule pancreatiche deputate alla sua produzione – determina la comparsa di una condizione di iperglicemia (riscontrano di valori elevati di glicemia nel sangue a digiuno maggiore di 100 mg/dl) anche a digiuno e non solo 2 ore dopo i pasti.
Tale situazione è il preambolo di patologie ancora più serie quali il diabete di tipo 2.
Insulino resistenza cause
Quali sono le cause di una condizione di resistenza insulinica? Purtroppo le cause di questa condizione non sono del tutto certe. La comunità scientifica, però, ha individuato alcuni fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo della patologia:
1. Sovrappeso e obesità
2. Stile di vita sedentario
3. Alimentazione e dieta ipercalorica e ricca di zuccheri/carboidrati
4. Situazioni di stress cronico
5. Uso prolungato di steroidi ad alto dosaggio
Il tessuto muscolare rappresenta la sede principale dell’insulino-resistenza periferica; tuttavia durante l’attività fisica questo tessuto perde la sua dipendenza dall’insulina ed il glucosio riesce ad entrare nelle cellule muscolari anche in presenza di livelli insulinemici particolarmente bassi. Dunque una dieta sana ed equilibrata e un’attività fisica regolare sono le principali armi contro l’instaurarsi di una condizione di insulino resistenza.
Insulino resistenza sintomi
Come riconoscere se si è affetti dalla sindrome da insulino resistenza? Nel soggetto insulino resistente si può presentare il seguente quadro di sintomi, derivanti proprio dallo scompenso nei livelli di insulina e di glicemia presenti nel sangue:
- sonnolenza e stanchezza
- maggior senso di fame
- difficoltà di concentrazione
- problemi cardiovascolari
- aumento di peso, obesità o difficoltà a perdere peso pur seguendo un regime alimentare controllato
- livelli elevati di colesterolo LDL
Insulino resistenza effetti
La condizione di resistenza all’insulina è causa di numerose altre patologie che hanno un serio impatto sulla qualità degli individui che ne sono affetti. Tale condizione infatti, se non corretta tempestivamente, può portare a diverse problematiche quali:
1. obesità
2. diabete di tipo 2
3. pcos
4. infertilità femminile
5. infertilità maschile
Insulino resistenza diagnosi
Uno dei principali esami effettuati per individuare se esiste una condizione di insulino resistenza è la valutazione della concentrazione plasmatica di glucosio e di insulina a digiuno.
Talvolta, per approfondire la diagnosi di insulino resistenza, si richiede anche la classica curva glicemica: nei soggetti interessati da una condizione di resistenza all’insulina, infatti, l’andamento della curva glicemica si presenta normale, salvo poi presentare un repentino rialzo a distanza di varie ore, per l’effetto dell’iperinsulinemia compensatoria tipica di questo quadro clinico.
Insulino resistenza cura
Di primaria importanza per contrastare gli effetti di un quadro di insulino resistenza e conseguente iperinsulinemia compensatoria è effettuare una corretta diagnosi.
Insulino resistenza dieta
In una situazione di alterazione della funzione regolatoria dell’insulina, seguire quotidianamente una dieta bilanciata è una priorità. L’insulino resistenza si combatte anche a tavola, seguendo, sotto controllo medico, una dieta bilanciata.
Il punto non è soltanto cosa mangiare ma dare attenzione ad ogni pasto, iniziando dalla colazione.
Si consiglia di riservare alla colazione il 54% delle calorie giornaliere (circa 1000 calorie) e distribuire il resto tra pranzo (il 35% pari a 600-800 calorie) e cena (l’11% pari a 200 calorie). (Vedi quali alimenti prediligere e quali evitare – https://www.dchiroinositolo.com/la-sindrome-dell-ovaio-policistico-la-dieta-perfetta/ – in un regime alimentare bilanciato).
Insulino resistenza: il ruolo degli inositoli
Normalmente il nostro organismo produce elevate quantità di Myo-inositolo che, attraverso l’azione dell’enzima epimerasi viene convertito in D-Chiro-Inositolo che risulta essere la forma biologicamente attiva del primo.
Numerosi studi dimostrano come un deficit di produzione di dchiroinositolo possa essere alla base del meccanismo patogenetico dell’insulino-resistenza.
In condizioni di insulino-resistenza, infatti la conversione da MYO a DCI avviene in maniera ridotta a causa di un deficit dell’enzima epimerasi, o per un aumentato catabolismo del DCI prima della filtrazione renale e ciò comporta ridotti livelli plasmatici di DCI, ma non del suo precursore MYO, le cui concentrazioni rimangono inalterate, o aumentate.
Studi scientifici dimostrano che l’assunzione quotidiana di un integratore a base di dchiroinositolo porta alla regolarizzazione del quadro metabolico.