Infertilità, cos’è?
L’infertilità è una condizione patologica definita come l’incapacità di una coppia sessualmente attiva di ottenere una gravidanza in un anno di rapporti non protetti.
Circa il 10-15% di tutte le coppie presentano una ridotta capacità di procreare naturalmente e si stima che circa il 10 % dei maschi in età riproduttiva sia ipofertile, laddove è verosimile che in un caso su due la difficoltà ad ottenere una gravidanza naturale sia riconducibile a disordini riproduttivi maschili.
INFERTILITÁ ≠ STERILITÁ
Anche se spesso i due termini vengono confusi, occorre precisare che vi è una distinzione netta tra infertilità e sterilità. Quest’ultima definisce infatti una impossibilità a concepire dovuta a cause e fattori sulle quali cui non è possibile intervenire. Invece l’infertilità è una condizione sulla quale si può intervenire.
Infertilità Maschile: fattori di rischio
Quando non c’è una causa: infertilità idiopatica
Infertilità idiopatica:quando nonostante gli accertamenti non sono state evidenziate cause specifiche e non si è dunque in grado di dare una spiegazione al mancato concepimento.
Nel caso di un’infertilità idiopatica, l’approccio terapeutico deve essere per forza mirato al trattamento dell’alterazione seminale. Dopo aver escluso tutte le cause organiche note, attraverso una attenta valutazione anamnestica, il clinico deve valutare le condizioni generali del paziente al fine di approfondire le abitudini e gli stili di vita dell’individuo nell’ottica di identificare comportamenti in grado di alterare la qualità del liquido seminale.
Le maggiori cause dell’infertilità Maschile.
Tra le cause di tipo ormonale, di fondamentale rilievo è l’ipogonadismo metabolico oggi identificato come una delle maggiori cause dell’infertilità maschile.
Tra le cause di tipo ormonale, di fondamentale rilievo è l’ipogonadismo metabolico oggi identificato come una delle maggiori cause dell’infertilità maschile.
Fondamentale è la valutazione dello stato di nutrizione, infatti è ormai ampiamente riconosciuto che la sedentarietà, il sovrappeso, l’obesità, la sindrome metabolica, la cattiva alimentazione e soprattutto insulino-resistenza, sono importanti fattori di rischio che riducono la probabilità di concepimento in entrambi i sessi, ma soprattutto nel maschio. Pertanto, correggendo tali condizioni morbose del paziente, attraverso una dietoterapia mirata, la modificazione dello stile di vita ed eventualmente l’impiego di specifici integratori, come il D-Chiroinositolo, si può, eliminando la causa metabolica, migliorare la fertilità ed il quadro riproduttivo del paziente.
L’insulino resistenza e l’iperinsulinemia compensatoria prolungata nel tempo, altera il rilascio ipotalamico del GNRH e quindi delle gonadotropine portando ad un incremento di LH e riduzione di FSH. Questa condizione, a livello testicolare, riduce la proliferazione delle cellule del Sertoli e le rende meno responsive all’azione del testosterone, compromettendo la spermatogenesi.
Inoltre, dato che l’adipe fisiologicamente è capace di convertire gli ormoni sessuali maschili in ormoni femminili (estrogeni), in condizioni di sovrappeso/obesità il paziente può andare in contro ad uno squilibrio delle quantità di ormoni sessuali maschili.
Tutto ciò, porterà ad una alterata produzione, una ridotta conta e una ridotta motilità spermatica, determinando quadri seminologici di oligo-asteno-teratospermia.
SQUILIBRIO NEL
RAPPORTO
LH/FSH
ALTERATA SPERMATOGENESI
INFERTILITÁ
Il DCI un alleato per
la fertilità, perchè?
Il suo ruolo nel trattamento dell’infertilità maschile
L’azione insulino sensibilizzante del D-chiroinositolo coniugata ad un’opportuna modifica dello stile di vita, permette di ridurre l’iperinsulinemia compensatoria, ridurre l’adipe consentendo un ripristino del normale rilascio di GNRH e delle gonadotropine (LH-FSH) riducendo l’eccesso di estrogeni.
Inoltre il DCI ha dimostrato possedere capacità antiossidanti e facilitatorie su fondamentali enzimi mitocondriali come la piruvato deidrogenasi portando ad una migliore funzione mitocondriale anche a livello spermatozoario.
La scoperta che gli inositoli siano coinvolti nel mantenimento del corretto metabolismo del glucosio ha ampliato l’armamentario terapeutico dando la possibilità di non avere effetti indesiderati e raggiungere allo stesso tempo l’obiettivo terapeutico.